I soggetti rappresentati da Arcimboldo, artista italiano del tardo rinascimento nato nella metà del 16 secolo, sono conosciuti in tutto nel mondo anche quando vengono riutilizzati in altri modi. Soprattutto le sue composizioni di fiori, frutti o animali, come per esempio il
ritratto dell’ imperatore Rodolfo II, erano e sono ancora oggi una fonte di ispirazione per molti artisti. Vale la pena vedere l’originale nel Kunsthistorisches Museum (KHM) e analizzarlo attentamente. Accanto al ritratto di Rodolfo II nel museo si trova anche la rappresentazione allegorica dell’estate, una composizione che Arcimboldo ha realizzato nel suo primo anno di attività alla corte viennese.
Alle dipendenze degli Asburgo
L’artista lavorò per circa 25 anni per l’imperatore Massimiliano II e poi per Rodolfo II. Non è conosciuto il motivo per cui fu chiamato alla corte viennese visto che solo poche sue opere erano conosciute in Italia. Resta comunque un dato di fatto che Arcimboldo con il suo operato per la casa Asburgo conquistò una fama notevole. All’inizioeseguì copie di ritratti della famiglia imperiale per poi diventarne consulente artistico. Sembra che siano stati leggendari i cortei in maschera ideati da Arcimboldo in diverse occasioni, come per
esempio il matrimonio dell’Arciduca Carlo d’Austria con Maria di Baviera nel 1571. In questi cortei gli Asburgo venivano rappresentati non solo come signori di diversi Paesi ma anche dell’universo. In questo contesto, quello cioè della rappresentazione del potere, rientra anche il ritratto di Rodolfo II, un omaggio a un imperatore sotto la cui
reggenza il mondo prospera.
Se si guarda attentamente l’estate di Arcimboldo, anche qui è possibile trovare diversi riferimenti al potere degli Asburgo. Per esempio la pannocchia di mais al posto dell’orecchio non è solo una soluzione artistica interessante ma anche un accenno al dominio della linea spagnola asburgica in Sud America. Anche il collare del Tosond’oro e gli acciarini nelle orecchie e nel naso rimandano alla tema della potere. La serie degli elementi di cui fa parte questo quadro fu creata tre anni dopo quella delle stagioni. Entrambe le serie furono dedicate all’imperatore Massimiliano per il nuovo anno 1569. Questo ultimo riconobbe nei quadri un´ efficace propaganda della sua signoria orientata all’umanesimo (così come affermato da Sylvia Ferino-Pagden nel catalogo della mostra su Arcimboldo tenutasi nella KHM nel 2008) e fece fare delle copie per i reggenti di altre case amiche degli Asburgo.
Le sue opere sono caratterizzate da una grande precisione dovuta anche allo studio della natura che ha preceduto la loro realizzazione. Mentre ancora oggi è possibile vedere nel Louvre la serie completa delle quattro stagioni, il KHM offre solo l’estate e l’inverno insieme al fuoco e all´acqua. Tuttavia ci sono delle differenze rispetto ai quadri del Louvre. Se si guarda attentamente il quadro di Vienna, nella manica del vestito dell’estate fatto di spighe è possibile leggere la data di realizzazione dell’opera: 1563.
L’estate
Legno di tiglio, 67 cm x 50,8 cm
Firma: sul collo e sulle spalle: GIVSEPPE ARCIMBOLDO. F. 1563
Scritta sul retro: 1563 AESTAS
www.khm.at